Cresce il credito al dettaglio. Ma tra gli italiani resta l’incertezza
Nonostante i fattori di incertezza che oramai ci accompagnano da più di 18 mesi come l’impennata dei tassi post-Covid, la spirale infattiva e la guerra alle porte dell’Euroma le erogazioni del credito 2022 al consumo sono cresciute del 10% rispetto all’anno precedente.
Nel 2023 la crescita ha subito un leggero calo, infatti nel primo trimestre del 2023 le erogazioni sono cresciute sino al 6,1%. In netta ripresa, invece sono stati i fnanziamenti finalizzati per auto e moto in crescita del 18,9% per i primi tre mesi del 2023, mentre quelli finanilizzati all’acquisto di altri beni/servizi hanno proseguito la lro risalita sino al 15,1%.
Trend positivo, poi, anche per la cessione del quinto dello stipendio/pensione (+5% nel 2022, +9.1% nel primo trimestre 2023), al traino “delle erogazioni ai pensionati e ai dipendenti privati”. Mentre in difficoltà sono andati i prestiti personali (-3.1% nel primo trimestre 2023), “in particolare nella forma del refinance e del consolidamento del debito”. Tutto questo in concomitanza, dopo la crescita nel 2022 (+6.1%), con una “contrazione degli utilizzi rateizzati delle carte opzione/rateali (-0.5% nel primo trimestre 2023)”.
E sullo sfondo di un arresto, questo sì abbastanza fragoroso, dei mutui immobiliari per l’acquisto di abitazioni. Che, “dopo due anni di decisa crescita, nel 2022 registrano un calo contenuto (-2.3%), accentuatosi però di molto nel primo trimestre 2023 (-34.7%)”. Un trend, questo, sul quale per l’Osservatorio hanno influito “il progressivo aumento dei tassi di riferimento e l’incertezza sul mercato immobiliare, che hanno inciso in modo negativo sulle decisioni d’acquisto e ristrutturazione degli immobili e del relativo finanziamento”.
Famiglie, queste, che nel corso del 2022 hanno visto “crescere l’importanza degli intermediari del credito (agenti e broker, anche online) e dei canali digital diretti” e ridimensionarsi ancora, dietro a un processo ormai irreversibile, la quota distribuita dagli sportelli bancari. Mentre il rischio di credito relativo al totale dei prestiti alle famiglie, “pur rimanendo su livelli contenuti, di poco superiore all’1%, si collocava su un piano lievemente più alto rispetto al minimo degli ultimi cinque anni di osservazione, raggiunto nel mese di marzo 2022”. Grazie, da un lato, al comportamento virtuoso da parte delle famiglie nell’epoca di ripartenza e nuova recessione post-Covid e, dall’altro, “l’ampia diffusione delle forme a tasso fisso e gli interventi attuati dal Governo a supporto del reddito delle famiglie in un contesto di inflazione elevata (+11,6% a dicembre 2022 e +7,6% a giugno 2023)”.
Per il prossimo futuro, invece, le previsioni di Assofin, CRIF e Prometeia individuano una probabile “difficoltà a mantenere il ritmo di espansione dell’economia sui livelli attuali in un contesto di inflazione ancora elevata, seppur in diminuzione soprattutto nella componente energetica, politica monetaria restrittiva e tensioni sul commercio internazionale”.
Fonte: Quotidiano.net